“Ho fatto una strana scoperta. Ogni volta che parlo con un sapiente sono sicuro che la felicità non è possibile. Eppure, quando parlo con il mio giardiniere, io sono convinto del contrario.”
Adoro le piante. E adoro i fiori. Rossi, che mi ricordano mio padre. Gialli, che fanno tanta allegria. Rosa, perché rimango sempre un’inguaribile romantica. Adoro i fiori e i loro profumo. E per questo alterno sulla mia pelle la fragranza della rosa a quella della fresia. Amo sentire la terra bagnata sotto i piedi e addormentarmi sotto gli alberi d’estate. Adoro piantare erbe aromatiche nel mio terrazzo e invadere ogni stanza della mia casa di orchidee. Adoro fotografare i mercatini zeppi di boccioli coloratissimi e adoro posizionare qua e là piantine grasse.
C’è un problema però. Io adoro loro e loro non adorano me. E’ un amore non contraccambiato. Perché, appena possono, piante e fiori cercano di suicidarsi in un modo o nell’altro tra le mie mani. Non so perché questo accada. Ma accade sempre. Certo, a volte la mia poca padronanza della materia ci mette lo zampino. Come quando mi regalarono una bellissima orchidea, che io, appena caduti i fiori, decisi senza se e senza ma di buttare nella pattumiera…Non era mica morta?
Questo accadeva ormai qualche anno fa. Prime esperienze di vita fuori casa. E, si sa, bisogna darsi tempo in tutto. E riprovare e riprovare ancora. D’altronde sono un’accanita sostenitrice del motto “la pratica rende perfetti”, quindi non mi preoccupo di tutte le piante grasse che ho fatto seccare (chiedetemi come ci sono riuscita). L’importante è perseverare fino ad ottenere il risultato sperato. Ad ogni modo, ora che vivo una vita da adulta, cerco sempre di circondarmi di verde. Almeno tra le pareti di casa. E sono sempre più affascinata da tutte quelle persone che hanno un pollice verde quanto un’alga marina.
Tutto questo mio inseguire la natura in vaso mi ha portato a scovare su Instagram una carinissima iniziativa, che si svolge tra Parigi e Bruxelles. Ed è stato come un segno del destino, visto che, come ben saprete se seguite questo blog, io a Bruxelles ci bazzico parecchio.
Seeds Brussels
Un tempo ci si scambiava lettere con gli amici di penna d’oltre manica. Oppure, in tempi più moderni, ha preso piede la moda di incontrarsi con le amiche per scambiarsi borse e vestiti. Seeds Brussels segue questo filone, ma è un qualcosa di diverso. Di quasi romantico, oserei dire. Seeds Brussels è un evento, un gruppo o un modo per stare insieme tra chi è appassionato di verde. E’ un progetto che fa parte di un disegno ancora più grande di SEEDS – a community for greenery. Il sistema è semplice: un paio di volte al mese ci si incontra in una caffetteria o in un altro locale del centro a Parigi e a Bruxelles e si donano piccole talee di piante a persone sconosciute. In cambio ci si porta a casa, a propria volta, una talea da far crescere e curare con amore.
Tutte le piantine sono corredate da un cartellino, che rappresenta la loro carta di identità. Una sorta di racconto della pianta stessa e del suo proprietario. Si può scrivere la storia di quel fiore. Come prendersene cura e il perché si è deciso di donarlo. E si possono anche lasciare i propri recapiti per mantenersi in contatto e scambiarsi idee e opinioni.
Il progetto è nato dalla creatività di tre giovani donne. Tutte di diversa origine. Con tre diverse personalità e diverse storie di vita. Giada, Andréa e Cécile si sono incontrate a Bruxelles nel 2015. In comune avevano l’amore per la natura, per le piante e una grande empatia con le persone e la voglia di metterle in comunicazione. L’iniziativa Plantswap ha preso il via così per caso, tra un workshop e l’altro. E ha cominciato a viaggiare per l’Europa, insieme alle sue ideatrici. Oggi, quindi, Seeds si è trasferito a Parigi, ma anche a Milano, dove sono stati già realizzati alcuni eventi e alcuni sono in programma (se vi siete incuriositi, controllate su Facebook il prossimo appuntamento). Giada mi ha detto un qualcosa di molto bello, quando le ho chiesto il perché di questo piccolo grande progetto: “mi piace vedere il sorriso sul volto delle persone”. Ed è questo, credo, il fulcro del Plantswap. La possibilità di sorridere. Attraverso la nascita di una nuova vita. Attraverso gli incontri. Attraverso le storie di perfetti sconosciuti, che entrano nel nostro mondo per un attimo o per sempre.
Seeds Brussels è un modo originale per fare amicizia. Per farla germogliare come un seme appena piantato. Un modo per coltivare una passione comune. E’ un modo per far crescere il verde nelle nostre città, attraverso la cultura della natura e del rispetto per essa. E’ un qualcosa che mi ha incuriosito. Forse perché rappresenta uno stile di vita tanto diverso da quello frenetico a cui siamo abituati nelle città del sud d’Europa, così differente dal suo nord. E, forse, perché invidio follemente tutte quelle persone in grado di farsi carico, senza problema alcuno, di una nuova, piccolissima vita verde.
Per ora io ci sto provando con una minuscola talea di Pilea che mi ha gentilmente donato Monica, nella speranza che cresca rigogliosa e forte. Chissà che, ad un certo punto, non riesca anche io a trasformare il mio pollice da nero a verde. Anzi, sarebbe meraviglioso potessimo ricreare un Plantswap anche in altre città. Anche nella mia città. Sono sicura che le ragazze di Seeds sarebbero felicissime di far vivere alle loro talee una nuova avventura.
Fatemi sapere!