“E tuttavia Kafka era Praga e Praga era Kafka. Mai era stata così compiutamente e tipicamente Praga, e mai più lo sarebbe stata come durante la vita di Kafka. In ogni sua riga noi potevamo e possiamo ancora assaporarla.”
Per anni l’ho snobbato l’Est del Mondo. Qualsiasi Paese. Qualsiasi Nazione. Qualsiasi terra o lingua. Non che avessi pregiudizi o chissà quale tipo di avversione. Semplicemente l’Est del Mondo non mi interessava e non suscitava in me nessuna forma di emozione o curiosità. Sui Paesi Nordici ho già detto di tutto. Sul mio amore folle per tutti i luoghi dove le temperature scendono sotto lo zero e le estati emanano profumo di aria fresca e torte di mele appena sformate in quel caffè del centro. Per il Sud stessa storia: mare e pomeriggi assolati alla ricerca dell’ombra.
Un viaggio però è sempre un viaggio e porta con sé frammenti di felicità e pezzetti di ricordi da trascrivere e ripercorrere con la mente. Quindi, quando mi è stata proposta come meta delle vacanze estive la bellissima Praga, non potevo che esserne felice. Nonostante si trovi in quella parte della cartina geografica che ho sempre guardato con occhi frettolosi.
Tre notti e due giorni e mezzo in una Praga affollata di turisti e mai addormentata. Sarò sincera: forse sono partita con troppe aspettative. Tutti mi dicevano che sarebbe diventata la città del mio cuore. Che mi avrebbe rapito l’anima. Così non è stato. Sarà che non mi piacciono le città con troppa calca (certo che scegliendo Ferragosto come periodo non potevo aspettarmi una situazione tanta diversa). Sarà anche che due giorni sono troppo pochi per farti amare davvero un luogo. Perdi la sua vera essenza e io, per rimanere incantata, ho bisogno di vivere ogni pezzo di strada e ogni angolo di cielo. Ad ogni modo, Praga è un posto che lascia con il fiato sospeso. Il posto che ti immagini quando chiudi gli occhi da bambina e ti ritrovi immersa in un mondo di principesse chiuse nel castello. E, di dragoni e di principi azzurri che corrono per salvarle. E’ il posto dove vorrei tornare un giorno per Natale, per sentire il naso congelato e girare tra i mercatini e le foglie di vischio. E’ una città che ha il fiume. E io le città con il fiume le adoro.
La città vecchia (Stare Mesto)
Praga è chiamata anche la Parigi dell’Est per i suoi angoli romantici, i caffè che traspirano pomeriggi di chiacchiere tra i letterati di un tempo e i ponti altezzosi gremiti di artisti e turisti. Ed è vero. Quell’aria tra il decadente, l’arte quasi trasandata e i monumenti di un’architettura bella da impazzire ricordano l’atmosfera di Parigi e delle sue strade illuminate. Ed è ancora più vero quando si comincia l’esplorazione della città dal suo nucleo più storico, la Città Vecchia, che in ceco si chiama Stare Mesto, uno dei pochi nomi facili da leggere e da pronunciare.
La mia Praga ha avuto inizio qui. Tra le stradine strette, che si allargano sulle piazze e si trasformano in portici e gallerie interne ai palazzi. Tra gli edifici coloratissimi che raccolgono la luce del sole e la riflettono sul cielo azzurrissimo, che mi accolto durante il mio viaggio. Ogni angolo è un brulicare di caffè e di ristoranti tipici, insieme ad una moltitudine di passanti che passeggia con fotocamera o birra alla mano. Questo quartiere di Praga è il più antico di tutti e dieci i distretti in cui la città è divisa e racchiude molti tra i principali punti di attrazione, come ad esempio il famoso Orologio Astronomico.
L’Orologio Astronomico fu costruito nel 1410 e riporta, oltre all’ora, anche la posizione del Sole e della Luna con le costellazioni dei 12 simboli dello Zodiaco. Ad ogni ora, se vi trovate a passare nella Piazza della Città Vecchia, dove si trova il famoso orologio, vedrete centinaia di persone con gli occhi all’insù in attesa di assistere allo spettacolo degli apostoli che escono da due fessure poste sopra l’orologio e di un simpatico scheletro che tira una corda per far suonare le campane ad ogni rintocco. La prima volta che mi sono fermata ad accodarmi alla schiera di turisti incuriositi era mezzanotte: gli apostoli hanno deciso di rimanere rintanati e io, insieme a tutti gli altri, sono rimasta parecchio delusa. Tornateci durante il giorno per essere sicuri di non perdervi questa bizzarra abitudine praghese. In ogni bancarella e in ogni negozio di souvenir, ma anche sulle facciate di tantissimi palazzi, troverete riproduzioni o versioni diverse di questo gioiello della meccanica. Credo che gli abitanti di Praga ne vadano davvero orgogliosi e fieri.
Perdersi tra le viuzze acciottolate della Città Vecchia è una di quelle cose che ho adorato di più del mio viaggio a Praga. A prescindere dai monumenti famosi, come le chiese o la Cappella di Betlemme, dove ho deciso volutamente di non entrare (due giorni sono troppo pochi per visitare tutto), Stare Mesto è una scoperta continua di angoli nascosti, dettagli da ammirare e personaggi strani e buffi da immortalare. Musicisti di strada, manifestanti che scendono in piazza per le loro battaglie, palazzi con le facciate disegnate e variopinte: Stare Mesto è un crogiolo di colori e caffè all’aperto. E pare non dormire mai, visto che è qui che si concentra la vita notturna più vivace di abitanti e turisti.
La città nuova (Nové Mesto)
Si chiama Città Nuova, ma in realtà questo quartiere è stato progettato poco prima del 1400. E’ qui che si abbandonano le stradine strette e medioevali e si lascia spazio alle vie più organizzate e ampie, insieme ai grandi spazi che ospitano piazza famose per la storia. Come Piazza Venceslao, che è stata la scenografia per i diversi momenti, che nel corso degli anni, hanno contribuito a costruire la Repubblica Ceca. Qui infatti, ad esempio, morì lo studente Jan Palach durante la Primavera di Praga e, sempre qui, fu creata la Cecoslovacchia. Oggi Piazza Venceslao è un grande punto di ritrovo, tra gli edifici in stile Liberty o cubisti che adornano le strade, un vecchio tram trasformato in caffè e i chioschi che vendono le leccornie locali.
La città nuova è anche sede di una delle attrazioni più particolari di Praga, la Casa Danzante, un palazzo così chiamato perché ricorda vagamente i movimenti di Fred e Ginger, uniti in un passo di danza. E’ possibile anche visitarla e salire all’ultimo piano dell’edificio: pare che la sensazione di trovarsi all’interno di un ambiente così particolare dal punto di vista architettonico lasci particolari sensazioni addosso.
Quel che mi è piaciuto maggiormente di questo quartiere è stato comunque il lungo fiume. La Moldava mi ha affascinato, in qualsiasi suo argine e lato. Il tragitto per arrivare alla Casa Danzante è un susseguirsi di musica e di persone che prendono il sole pigramente sul molo. Non lasciarsi andare a questa atmosfera è quasi impossibile. Birra in una mano e occhiali inforcati sul viso, che fissano annoiati le imbarcazioni e i pedalò per i turisti: trascorrere qui qualche ora ti fa dimenticare la fretta e ti fa sentire parte di una città che ama vivere e godersi la vita.
La Città Nuova è anche un vivace centro commerciale, pieno zeppo di negozi e di bancarelle curiose e particolare. Come quella che vende mattoni dipinti a mano, che inneggiano alla pace tra i popoli. O come Hamleys, il negozio di giocattoli dove sono tornata bambina per circa una mezz’ora di giochi e spensieratezza, come se avessi davvero di nuovo dieci anni. Se viaggiate con nani al seguito, non potete non farci un salto. E se siete da soli, passateci lo stesso: non ve ne pentirete.
Io avrei voluto utilizzare questo tubo per muovermi da un piano all’altro, ma mi è stato impedito dal mio accompagnatore, giustamente preoccupato che potessi rimanere incastrata tra il primo e il secondo piano.
Il Castello e Mala Strana
Romantico e suggestivo, il quartiere di Mala Strana, che in ceco vuol dire Città Piccola, è uno dei più affascinanti di tutta Praga. Si racconta che Kafka amasse trascorrere tra le sue strade e gli edifici barocchi le sue notti, prima di rinchiudersi in casa a scrivere. Sarà che in pochi metri quadri, questa zona di Praga racchiude tutta la magia e la bellezza che in grado di regalare. E, non ho dubbi, questo è il quartiere che ho amato di più. L’infinita dei parchi e delle aree verdi, dove sdraiarsi per una pausa e che sembrano rubati ad un dipinto di Manet. Il lungo fiume e Ponte Carlo, con i suoi tramonti mozzafiato e gli artisti che disegnano sul suo ciottolato. La strada dei palazzi delle ambasciate, con la loro anima nobile e quasi spocchiosa. Gli edifici che riportano i simboli del lavoro di chi ci ha abitato nelle epoche passate. La grande piazza di Malostranske, con le persone in fila che aspettano i vecchi tram. I mulini sui canali e i lucchetti chiuse alle inferriate, che suggellano anche qui le coppie innamorate. Mala Strana merita di essere vissuta, scoperta e assaporata in ogni ora della giornata. Senza fretta. Senza correre. Merita attenzione e sguardi rapiti dagli angoli più sconosciuti. Dai graffiti disegnati sui muri delle case. Dalle facciate cha nascondono giardini segreti. Dai ristoranti che mantengono ancora un’ambientazione antica e tradizionale. Dalle strade di ciottoli, dove, se chiudete gli occhi, si sentono ancora gli zoccoli dei cavalli che trascinano le carrozze.
Alla fine di Ponte Carlo, sulla sinistra, si trova un gioiello che vale la visita a Praga: l‘Isola di Kampa. Questo pittoresco lembo di terra artificiale fu realizzato grazie al canale di Čertovka, il cui nome significa “Fiume del Diavolo” e che la leggenda narra sia legato ad una lavandaia dalle maniere poco affabili che in quel canale lavava i panni. Perché Kampa era nata come la zona dei mulini, che serviva alle donne per poter lavare indumenti e vestiti. Oggi è un dedalo di stradine romantiche e di prati verdi, da godere attimo per attimo. Durante il giro, mi sono imbattuta in quelli che per me erano paciocchni giganti, che in realtà fanno parte dell’opera sparsa per tuta Praga di David Cerny.
L’Isola di Kampa è anche simbolo dell’opposizione dei giovani praghesi contro il regime comunista. Qui, infatti, si trova il famoso muro di John Lennon, una parete dedicata alle frasi rubate ai testi delle sue canzoni e che rappresentano la ribellione e la voglia di un mondo migliore. Anche oggi. Una sorta di Muro di Berlino di una città che ha sofferto e che ancora oggi è legata alla sua storia e ai suoi trascorsi. E a Kampa che si ritrovano i musicisti, gli artisti, gli hippy e la comunità gay. E a Kampa che si respira l’aria migliore di tutta Praga.
Sopra il quartiere di Mala Strana si trova uno dei punti per cui Praga è conosciuta: il suo Castello, le cui guglie vedrete svettare ogni volta che ammirate un panorama al di là della Moldava. Ci sono tantissimi modi per arrivare fin dentro l’aerea del Castello. Io ho utilizzato la vecchia Scalinata del Castello (Staré zámecké scodi) che ha inizio vicino alla stazione della metropolitana di Malostranská. Da lassù ho potuto ammirare una delle viste sui tetti di Praga più bella in assoluto. Attraverso questa scalinata verrete condotti nei giardini Reali. Se volete visitare subito il piazzale davanti all’affollatissima Cattedrale di San Vito, girate appena finite le scale sulla destra. Devo essere sincera, ad oggi non ho ancora capito dove fosse sistemata la biglietteria. Mi sono trovata in mezzo ad una moltitudine di persone che andavano di qua e di là senza riuscire ad orientarmi davvero (per maggiori informazioni visitate il sito dedicato ai tour) All’interno del Castello vi è anche il famoso Vicolo D’Oro, una stretta stradina un tempo sede delle botteghe degli alchimisti di Praga. Mi è dispiaciuto non riuscire a visitarlo (ci voleva il biglietto), ma, andando a leggere un po’ di informazioni online, mi sono resa conto che in realtà è una cosa prettamente ad uso e consumo dei turisti.
Rimanendo in tema di cose da turisti, all’interno del Castello sono riuscita a scovare un negozietto dedicato interamente al Natale: potevo non entrarci e godermi l’atmosfera per qualche minuto?!
Quartiere Ebraico (Josefov)
Praga e le sue tradizioni. Praga e la sua atmosfera da fiaba. Praga e la sua storia. Tra le sue strade e i suoi palazzi, Praga custodisce il quartiere ebraico più antico di Europa. Qui il quartiere esisteva da molto tempo prima che venisse coniato il termine ghetto e, come per tutte le altre città d’Europa, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, vide le restrizioni a carico degli abitanti e le deportazioni nel vicino campo di concentramento di Terezin. Oggi il Quartiere Ebraico ospita un cimitero antico (Starý židovský hřbitov, nel caso lo cercaste), fatto di semplici lapidi di pietra messe l’una sopra l’altra e alcune sinagoghe, di cui una ancora funzionante, e di diverse aree dedite a museo dell’ebraismo e della Shoah. Per entrare all’interno della zona dovrete munirvi di biglietto. Ci sono due opzioni, la prima comprende anche la visita alla Sinagoga Vecchia – Nuova (quella ancora in funzione), la seconda la esclude, ma vi permetterà di visitare tutte le altre zona, compresa la meravigliosa Sinagoga Spagnola, in stile arabo, e quella di Pinkas, che raccoglie i disegni dei bambini di Terezin. Attenzione: la biglietteria non accetta bancomat o carte e dovrete pagare in contanti.
Per info:
Museo Ebraico
Gulasch, strudel di mele e altre delizie: mangiare a Praga
Dopo aver trascorso tre giorni a Praga, tra pranzi e cene, ho giurato a me stessa che al ritorno sarei diventata vegetariana. Certo, nei ristoranti tradizionali si possono trovare anche pietanze a base di pesce, ma io, da brava sarda altezzosa, ho pensato fosse bene rifugiarmi nella carne. Stufati, salsicce, würstel e arrosti: c’è solo l’imbarazzo della scelta quando si apre il menù. E, siccome prima di partire mi ero ben documentata sulle ricette tipiche (ormai conoscete la mia passione per la cucina anche quando viaggio), ho cercato di provare di tutto. Sopratutto perché i piatti erano scritti sia in ceco e in inglese, ma, a dir la verità, non capivo quali fossero i piatti che mi ero segnata nella lista a casa.
La maggior parte delle pietanze vi verranno servite accompagnate da gnocchi di pane, simili nel gusto ai nostri canederli, e immersi in sughi e salse, abbondantemente conditi con spezie, aglio e cipolla (a Praga adorano la cipolla cruda). Non spaventatevi per le porzioni immense, ma siate furbi: ordinate un piatto e condividetelo con i compagni di viaggio.
Le spezie sono molto amate dagli abitanti di Praga e le mettono un po’ ovunque, anche nel pane. Così come il rafano, che farà da accompagnamento ad ogni piatto. Io ho provato a mangialo, ma il mio corpo si è rifiutato. Era già abbastanza provato dalla quantità di cibo e da quel loro sapore così particolare. E dalla birra, naturalmente. Perché a Praga è impossibile mangiare senza bere una birra, chiara o scura. Qui le trovate da 0,30 o da 0,50: se di solito ordinate una 0,20 come me, fate uno sforzo e abituatevi alla situazione (e alla pancia gonfia). La birra costa meno dell’acqua e, in generale, un pranzo o una cena vi costeranno molto meno che in Italia (circa 10 – 15 euro per un pasto completo). Paradossalmente, in proporzione, pagherete di più quando vi farete tentare dalle bancarelle che offrono porzioni (sempre super abbondanti) di Prosciutto di Praga, da mangiare rigorosamente in piedi e con fette di pane nero all’anice. O quando deciderete di provare i famosi Trdelink, dolci che per la forma ricordano i nostri cannoncini alla crema, cotti nella carbonella ad ogni angolo di strada. Vengono riempiti con nutella, gelato o strudel e sono, anche in questo caso, straordinariamente grandi per poter essere gustati da soli.
Le spezie sono molto amate dagli abitanti di Praga e le mettono un po’ ovunque, anche nel pane. Così come il rafano, che farà da accompagnamento ad ogni piatto. Io ho provato a mangialo, ma il mio corpo si è rifiutato. Era già abbastanza provato dalla quantità di cibo e da quel loro sapore così particolare. E dalla birra, naturalmente. Perché a Praga è impossibile mangiare senza bere una birra, chiara o scura. Qui le trovate da 0,30 o da 0,50: se di solito ordinate una 0,20 come me, fate uno sforzo e abituatevi alla situazione (e alla pancia gonfia). La birra costa meno dell’acqua e, in generale, un pranzo o una cena vi costeranno molto meno che in Italia (circa 10 – 15 euro per un pasto completo). Paradossalmente, in proporzione, pagherete di più quando vi farete tentare dalle bancarelle che offrono porzioni (sempre super abbondanti) di Prosciutto di Praga, da mangiare rigorosamente in piedi e con fette di pane nero all’anice. O quando deciderete di provare i famosi Trdelink, dolci che per la forma ricordano i nostri cannoncini alla crema, cotti nella carbonella ad ogni angolo di strada. Vengono riempiti con nutella, gelato o strudel e sono, anche in questo caso, straordinariamente grandi per poter essere gustati da soli.
Tutto sommato, devo dire che sono riuscita a mangiare bene in ogni posto dove mi sono fermata per rifocillarmi. Forse sarà stato anche per il fatto che, non conoscendo la tradizione gastronomica ceca, non potevo essere in grado di distinguere un piatto buono da uno meno buono. Vi lascio qui comunque alcuni indirizzi di trattorie e ristorantini dove ho mangiato e se, qualcuno di voi li ha provati o ha intenzione di provarli, scrivetemi un commento. Giusto per capire se ho toppato o no.
Kotleta – Restaurant + Bar
U radnice 2 – Staroměstské náměstí – Praga 1
Questo posticino mi è stato consigliato da un’amica prima di partire ed è stata la prima tappa, appena scesi dall’aereo. A Praga ci sono due ristoranti della stessa “catena”, chiamiamola così. Questo si trova appena dietro la Piazza dell’Orologio, in pieno centro. L’interno è enorme e c’è un bellissimo giardino ricco di vegetazione dove potersi sedere a mangiare. Appena entrati verrete inondati dai sapori e i profumi della griglia a vista. Provate ad ordinare anche piatti non tipicamente cechi e non ve ne pentirete. Io ho preso una sorta di mozzarella impanata e fritta, accompagnata da noci, fichi e fragole: la sto ancora sognando. Kotleta è un po’ più caro della media (in due abbiamo speso circa 32 euro), ma rimane una garanzia (siamo tornati due volte).
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Restaurace U Zeleného stromi
U radnice 2 – Staroměstské náměstí – Praga 1
Più che di un ristorantino, si tratta di un luogo enorme, tra taverna, sale interne e giardini. La cucina è quella tipica ceca e se non parlate inglese, state tranquilli, c’è un simpatico cameriere che parla anche l’italiano. I prezzi sono bassi e la birra costa anche meno della maggior parte dei luoghi dove siamo stati.
Sherwood restaurant
Opletalova 19 – Praga 1
Siamo capitati in questo posto per caso. In realtà la nostra scelta era orientata verso il Ristorante Ferdinanda, che a quanto pare è sempre pieno (se potete, prenotate) e ci siamo fatti indicare un altro posto dove poterci nutrire. Sherwood è stato un consiglio vincente. Ottima carne, ottima anatra e ottimi hamburger. Da provare.
Questi sono i tre posticini che mi sento di consigliarvi. Ma, in ogni caso, camminate e perdetevi per le stradine del centro di Praga. Entrate nei luoghi che più vi ispirano e anche in quelli che non vi ispirano per niente, perché potrebbero rivelarsi delle belle sorprese. E non dimenticate di fare una pausa in uno dei tantissimi caffè, di cui la città va fiera. Come il Caffè Louvre, dove amavano passare i pomeriggi personaggi come Kafka o Einstein.
Cose che avrei voluto sapere prima di partire:
- Il bancomat, questo sconosciuto! A Praga verrete guardati sempre con gli occhi un po’ storti quando affermerete di voler pagare il conto con la carta di credito o il bancomat. E ci sono luoghi, come i bacetti sulle rive del fiume o i pub del centro, dove accetteranno solo i contanti. Munitevi di cash appena sbarcati dall’aereo.
- Nei ristoranti e nei bar la mancia non è compresa nel conto finale e, tantomeno, può considerarsi opzionale. Ogni volta che vi ritroverete a pagare, i camerieri vi spiegheranno che dovrete aggiungere il costo del servizio. Se riuscite a pagare con il bancomat, vi chiederanno di pagare il servizio a parte in contanti o vi inviteranno a digitare nella macchinetta del POS la cifra che volete lasciare come mancia. Di solito è un 10% sul totale del conto.
- Quasi tutti i locali hanno all’interno enormi giardini. Non lasciatevi ingannare dall’ingresso e correte a scoprire il mondo che nascondono.
Un’ultima informazione:
Prenotate il transfer prima di partire. Nel sito web di Prague Airport Transfer potrete usufruire di uno shuttle condiviso a soli 11 euro circa per l’andata e il ritorno. Convenite e comodo.
Mi rendo conto che questo post è immensamente lungo. I prossimi viaggi (e qualcuno in programma c’è già) saranno divisi in puntate. Perdonate questo su Praga, ma avevo davvero voglia di raccontarvi tutto.