“Io credo nel rosa.
Io credo nel baciare, baciare un sacco.
Io credo che ridere sia il modo migliore per bruciare calorie.
Io credo nell’essere forti quando tutto sembra andare male.
Io credo che le ragazze felici siano le più carine,
Io credo che domani sarà un altro giorno,
Ed io credo nei miracoli.”
Quand’ero piccola mi piaceva guardare vecchi film. Mia zia amava raccontarmi le storie d’amore del grande schermo e poi ci ritrovavamo insieme davanti alla tv. Credo sia stato quello il momento in cui sono diventata un’inguaribile romantica e ho cominciato a credere più ai sogni immaginati da sveglia che alla realtà. Ho imparato a memoria ogni battuta di Via col Vento. Ho visto e rivisto la piccola Shirley Temple zampettare con i suoi vestitini bianchi e i suoi boccoli d’oro. E mi sono innamorata di Audrey Hepburn. E anche del suo gatto. Accanto ai cartoni, insieme a Mila e Shiro, c’erano anche eroine sfortunate o donne carismatiche. Donne che si innamoravano, perdevano l’amore, lo ritrovavano e poi lo riperdevano di nuovo. Donne con caratteri importanti o vite complicate.
Tutto questo Hollywood e tutte queste tragedie e tutte queste storie d’amore romantico mi hanno fatto crescere così. Con la testa perennemente tra le nuvole e la capacità di vedermi come la protagonista di uno dei miei film ogni volta che ne avevo bisogno. Devo ammetterlo: è stata una vicenda un po’ complicata quella di tenermi ancorata alla vita vera e riportarmi nel mondo comune. Dove non esistevano uomini che mi promettevano terre sconfinate o che mi baciavano sotto la pioggia sulle note di Moon River.
Ora, che sono uscita dal tunnel, mi limito ad assaporare la realtà. E a qualche serata, con i fazzoletti in mano, in cui posso perdermi al di là dello schermo. Questo, però, non vuol dire che non sono rimasta affascinata da quel mondo di racconti e di passioni. Ed è per questo che è strano che, in tanti anni che bazzico dalle parti di Bruxelles, non sono mai stata di fronte alla casa che ha dato i natali proprio alla mia Audrey.
Stavolta mi sono armata di navigatore e ho scoperto che quella casa era vicinissima a dove vive mia sorella, quasi fosse un segno del destino. La scusa di accompagnarci mia madre, che per una donna della sua età si che quello è stato un momento magico, et voilà: mi sono trovata di fronte ad una targa e a tutta la mia fantasia, che immaginava le grida di una bambina in una culla, che avrebbe lasciato il segno. Chissà se chi vive ora lì sia conscio di tutta la magia che aleggia tra quelle quattro mura. O se magari sia solo disturbato dall’andirivieni dei turisti curiosi, che scattano foto di fronte al loro portone.

Questo mio girovagare un po’ senza meta, un po’ senza sapere esattamente dove andare (dopo la casa di Audrey, che faccio?), mi ha portato nell’elegante zona di Louise, tra uffici, boutique di lusso e negozi di grandi catene italiane. E’ stato buffo, almeno per me, vedere le vetrine di Tiffany o Louis Vuitton accanto a quelle di Calzedonia e mi ha dato la conferma, ancora una volta, di come i Belgi siano effettivamente un popolo strano. Ma, dato che io sono innamorata di questo Paese, e questo Paese lo sa, la fortuna ha voluto che mi imbattessi in un’angolino di Paradiso, dove, solo il limite di peso e di volume del mio bagaglio a mano, ha fatto si che mi fermassi dallo shopping sfrenato e senza fine.

Dille & Kamille è un emporio dedicato alla casa. E sembra davvero di esserci dentro una casa. Di quelle curate nei dettagli. Di quelle costruite con amore e quel calore in stile Hygge che ci piace tanto. Di quelle che sembra di stare al nord e fuori nevica, mentre tu ti aggiri felice tra la serra privata e il camino acceso. Di quelle dove la cucina profuma di cannella e succo di mela. Di quelle dove vorrei passare il resto della vita, insomma.
Dille & Kamille è un emporio, ma ho scoperto che è anche una piccola catena nata in Olanda, che ha i suoi punti vendita tra i Paesi Bassi e il Belgio. Io, che l’olandese non lo parlo e tantomento lo capisco, mi sono fatta tutto un film sull’origine del suo nome, che suona così bene anche solo a pronunciarlo. Ho immaginato ci fosse dietro la storia di due innamorati e della loro casa, piena di cose belle. E magari sarà anche stato così, ma nella realtà delle cose Dille & Kamille significa Aneto & Camomilla. Un po’ meno romantico, ma sicuramente bucolico il tanto che basta a descrivere lo spirito di questo posto.

Già dall’ingresso sembra di essere catapultati all’interno di un mondo verde, fatto di tutte quelle piccole cose che vorrei nella mia casa del nord, ma anche in quella che ho già qui al sud. Tovaglie di cotone naturale, attrezzi per cucinare in legno, candele e piatti di porcellana. Tutto quello che si può comprare qui è fatto con materiali naturali ed ecologici. Non c’è niente che vada contro natura. E’ una casa che vuole narrare racconti di lentezza, di colazioni fatte la domenica mattina con la luce che entra dalla finestra. Di pomeriggi passati a impastare farina e uova per una torta di nocciole e spezie. E’ la voglia di ricominciare a giocare con oggetti costruiti come una volta. Perché qui, da Dille & Kamille si trovano i giocattoli antichi. Quelli di legno, quando bastava un pezzo di vetro per osservare il mondo con mille sfaccettature di colori e di forme.


Dille & Kamille è un universo di matite colorate e di terrine, dove cucinare un piatto insolito e ricco di sapori. E’ un oasi di saponi e di fiori secchi per decorare la tavola. Di tazze e di attrezzi per cucinare. Ho scoperto che anche qui, tra una patatina e l’altra, amano il bel mangiare. Ho scoperto di poter acquistare anche la macchina per stendere la pasta. Mia madre avrebbe voluto regalarla a mia sorella, ma il prezzo ci è è sembrato assurdo per un pezzo di acciaio così semplice. E penso che mia sorella dovrà continuare a tirare la pasta a mano ancora per un po’.


Insomma, ovunque mi girassi e mi rigirassi, il mio occhio attento è riuscito ad adocchiare un qualcosa che si sarebbe voluto portare via. Tra bustine piene di tutte le spezie del mondo e pirottini per muffin di ogni misura e colore. In una parte un po’ nascosta del locale, poi, ecco un bel tavolo di legno, con una macchina da caffè e tanti libri a disposizione: fa parte della filosofia di Dille & Kamille lasciare uno spazio per il relax, dove passare qualche minuto in tranquillità a leggere un giornale o a scovare una ricetta nuova tra le pagine patinate di una rivista.


Insomma, Dille & Kamille rappresenta la semplicità della bellezza e quel modo di vivere con la marcia un po’ tirata indietro. Senza fretta e nessuna voglia di correre per arrivare chissà dove. Mi piacerebbe tingermi i capelli di biondo chiaro, mettermi addosso un paio di lenti azzurro intenso e provare ad immergermi in questa filosofia, fatta di neve e di abeti. Di coperte di lana e pavimenti caldi. Di zuppe odorose di coriandolo e biscotti al burro che accompagnano il tè.
Per ora dovrò accontentarmi di disegnare la mia casa ad immagine e somiglianza dei miei desideri. Per gli occhi azzurri e i capelli biondi ci attrezzeremo.




Dalle vostre parti esiste un Dille & Kamille? Scrivetemi, che c’è sempre tempo per un viaggio e una nuova scoperta.
Dille & Kamille
Rue Jean Stas 16, 1060 Bruxelles
www.dille-kamille.be