Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto.
Qualche giorno fa ho messo nero su bianco i miei sentimenti. Ho avuto l’ardire di comunicare al mondo intero la mia paura di tornare alla normalità. L’ho fatto con un po’ di timore. Credevo di essere tacciata come la pazza di turno. E invece mi si è aperto un mondo. Fatto di tante persone che condividono questa mia sensazione. Paure, emozioni contrastanti, voglia di mantenere uno status diverso dalla frenesia contemporanea che ci ha fagocitato nel corpo e nell’anima.
Questa mia riflessione ha scatenato pensieri e ammissioni. E mi ha dato anche modo di entrare in contatto con tanti bisogni diversi. Io l’ho scritto, come è mio solito fare. Ho la necessità impellente, quando provo qualcosa, di tradurlo in parole su un foglio. Lo faccio da sempre e ho deciso di farlo anche stavolta. Certo, rispetto a qualche anno fa, i miei pensieri sono affidati ad una tastiera e ad un supporto informatico e non più, come prima, ad una marea di diari e appunti sparsi per casa. Abitudine, però, che non ho mai abbandonato del tutto. Mi piace sentire il profumo della carta e il rumore della penna che scorre sul foglio. D’altronde scrivere rappresenta la mia essenza di vita. Mi rappresenta e, in qualche modo, mi definisce.
Non avevo, però, mai badato particolarmente al fatto che il modo in cui le lettere fioriscono dalla mia penna vanno a delineare la mia personalità e il mio stato d’animo. Fino ad oggi. Fino a quel post in cui ho sfogato tutto quello che sentivo dentro.
Lo dico sempre che quello che scriviamo o diciamo crea connessioni. Ed è anche questo il bello dell’avere un blog. Avevo appena condiviso il post su Facebook, quando mi ha contattato Clara. Professione: grafologa. E già questo è bastato per renderla ai miei occhi affascinante, quanto il suo lavoro. La lunga chiacchierata che abbiamo fatto dopo al telefono ha fatto il resto e mi ha aperto le porte di una scienza meravigliosa e suggestiva.
Clara, insieme alle sue colleghe Sissi ed Emanuela, ha avuto un’idea al quanto brillante. Mettere la propria conoscenza e professionalità al servizio di un momento così complicato da vivere come l’emergenza sanitaria e, soprattutto, il lockdown che ci ha investito e cambiato, nel bene e nel male. Sono le storie che più mi piacciono. Quelle di donne in grado di reinventarsi e trovare idee geniali dalla semplice quotidianità, in questo caso lavorativa.
In mente mi sono balenate quattrocentocinquantacinquemila domande diverse. Come può un segno in un foglio raccontare di noi? È difficile da spiegare, ed è per questo che preferisco affidare la parola a chi davvero può spiegarlo. Perché la grafologia è un qualcosa di complesso, se non la si sa leggere come si deve. E soprattutto, quando ci sono degli esperti in mezzo, è bene che la creatività della scrittura rimanga ai margini, per lasciare spazio al significato e alla comprensione.
Conosciamo insieme la grafologia
La grafologia a supporto di un momento complicato per parecchie persone. Come nasce questo progetto?
“Il progetto nasce in una serata di smart working mentre lavoravamo ad una perizia. In una pausa che ci eravamo concesse, avevamo iniziato a raccontarci delle diverse notizie sentite circa questo inaudito virus e così, siamo state pervase da uno spirito di solidarietà ed abbiamo capito che anche noi, così come tanti, avremmo potuto mettere a disposizione della società, dato che la nostra professione ci porta ad entrare nell’animo altrui, le nostre competenze. Abbiamo fatto diverse considerazioni e capito che vari e differenti sono i disagi che possono essere sentiti in questo momento particolare, disagi che probabilmente si vanno a sedimentare su difficoltà preesistenti; abbiamo, dunque, sentito il dovere di fare la nostra parte come in una sorta di chiamata alle armi. E’ un’ idea semplice, una forma di mano tesa che speriamo possa essere accolta; un’opportunità donata.“
Come pensate di poter offrire il vostro servizio alle persone? Come funziona la vostra consulenza?
“La nostra consulenza è offerta in maniera semplice perché è basata su uno scambio di e-mail: l’interessato ci invia scritti e disegni di un adulto o di un bambino, indicando età, sesso, professione (per un’ analisi accurata, potremmo chiedere anche del materiale precedente al coronavirus per poter fare un raffronto) e noi rispondiamo inviandogli il risultato. L’ideale sarebbe, per noi, lavorare sugli originali in modo da sentire anche la pressione del tratto ma non chiediamo troppo. L’obiettivo è di rilevare particolari stati emotivi (paura, ansia, disturbi d’umore ecc.) legati al momento contingente e fornire il nostro supporto che è di auto-aiuto basato sulla consapevolezza del gesto grafico.“
In quale modo la grafia di una persona mostra le caratteristiche della persona stessa?
“E’ il gesto grafico spontaneo ad avere in sé tutti i tratti della personalità di un soggetto. Con il movimento grafico che parte dal cervello ed arriva alla mano, l’individuo trasferisce sul foglio tutta la sua biografia: parte dal concepimento, continua con la gestazione, per arrivare alla sua vita con le sue gioie, i suoi traumi, le sue relazioni. I modi di scrivere sono infiniti così come infinite sono le personalità e così come non esiste una persona bella o brutta, così non esiste una bella o brutta “scrittura”. La grafia, in breve, può essere definita come la radiografia del soggetto scrivente.“
Qualche consiglio che vorreste dare alle persone per far notare loro come è cambiato il loro modo di scrivere rispetto a prima (se è cambiato)?
“E’ difficile poter dire a chi non è tecnico della materia il modo in cui una scrittura varia nel tempo, perché sono tanti gli elementi grafici da considerare e rilevabili solo dopo anni di studio, però, partendo dal presupposto che ci sono segni che non mutano nel tempo perché caratteristici della persona, possiamo indicare qualche modifica che colpisce anche un occhio inesperto: la dimensione della lettera (calibro), inclinazione della grafia, direzione del rigo (ascendente, discendente, mantiene il rigo)“.
C’è qualche piccolo segreto che volete condividere? Ad esempio, le lettere allungate dimostrano che…?
“Segreti non ce ne sono, è tutto spiegato nei libri, potremmo parlare più che altro di curiosità. Potremmo ricollegarci al tuo esempio e parlare del significato delle lettere che presentano gli allunghi. Le lettere sono di tre tipologie: quelle che si concentrano nella zona media (a, o, m…), quelle che presentano allunghi superiori (l, t, d,…) e quelle con gli allunghi inferiori (g, p, q..). Il significato è tutto racchiuso nella suddivisione della nostra personalità: io (zona media -parte sociale), es (zona inferiore- istinti, materialità), super-io (zona superiore- intelletto, moralità). A voi le conclusioni. Affascinante vero? In tre righe, il mondo.”
La grafologia e la mia esperienza
Dopo tutte queste riflessioni e spiegazioni, davvero non avrei potuto far altro che mettermi in gioco. E mi ci sono messa. Perché ho affidato i miei fogli zeppi di lettere a loro. Per capire cosa raccontasse di me la mia scrittura. Perché, come hanno tenuto a specificare, qui stiamo parlando di un qualcosa che rappresenta un metodo. “La grafologia non “indovina”, la grafologia non è magia né astrologia, è scienza.“. Fermo restando il fatto che “un grafologo, nonostante studi anche psicologia, non è uno psicologo né vuole spacciarsi per tale, anzi, auspica un lavoro di equipe (anche con medici, assistenti sociali ed altre figure) senza invade il campo lavorativo altrui.”
Io sono una donna curiosa ed è stato questo mio senso di curiosità a volermi mettere a nudo. L’ho fatto non senza paura. Perché far entrare qualcuno nella tua sfera più intima e personale non è mai un qualcosa di facile da fare. Ho aspettato quasi con ansia quelli che io ho definito i risultati dell’analisi. E mi hanno stupito. Lasciato a bocca aperta.
Sarò sincera. Non credevo davvero che la mia grafia potesse parlare così tanto di me. No, non condividerò con voi tutti gli aspetti toccati da questa analisi. Mettere nero su bianco la personalità di qualcuno equivale a mettersi davanti ad uno specchio e guardarsi dritto in faccia, senza possibilità di mentire. Quel che mi ha colpito, in modo particolare, però, è stata la capacità di leggere attraverso la grafologia anche il mio passato. Io sono una persona molto consapevole di sé. Conosco i miei meccanismi e quelli del mio carattere. Ed evidentemente li conosce anche il mio modo di scrivere.
Clara, Sissi ed Emanuela si occupano anche di età evolutiva. Cosa che reputo fondamentale, anche e soprattutto in questo contesto storico. Non sono una mamma, ma mi rendo conto di quanto sia difficile una quarantena per tutte quelle personcine che si trovano in una fase della loro vita particolare, quale è l’infanzia o l’adolescenza. Per mia ignoranza, o mancanza di diretto coinvolgimento, non mi sono mai soffermata abbastanza su questo lato della situazione. Loro, le grafologhe, ovviamente sì. Perché sono consapevoli, attraverso quello che è il loro lavoro, di quanto la mente umana abbia dei percorsi strani e tortuosi. Per difesa, per resilienza, per accondiscendenza e adattamento. Soprattutto quando si hanno cinque, dieci o quindici anni.
Anche in questo caso, l’analisi la terrò per me. I disegni di Gianluca raccontano chi è e dove si trova in questo momento. Vi sarà semplice capire quanto abbia bisogno di viaggiare ed evadere in questo momento, anche senza nessun tipo di conoscenza di grafologia. L’aereo parla per lui. E poi ci sono quei dettagli, che mi hanno fatto riflettere e credo abbiano fatto riflettere anche Monica, su alcuni aspetti della personalità del figlio.
Ho voluto condividere con voi questa mia esperienza, perché credo sia importante capirsi. E lo è maggiormente in un contesto come quello che stiamo vivendo. Lo è per persone come me, consapevoli di quello che sono e delle proprie emozioni, e lo è per chi fa fatica a decifrare sé stesso e la relazione con il mondo circostante.
Forse dovremmo solo fermarci a riflettere. E magari a volte chiedere aiuto e sostegno a chi può capirci di più.
Io vi invito a dare un’occhiata alla pagina Facebook di questo bel progetto. E ve lo dico con tutta la schiettezza del mondo. A me è servito e mi ha introdotto a degli aspetti di me che davvero non avevo considerato.
Impulsi#Grafologia
Ringrazio Clara Pecorella, Sissi Riccardi ed Emanuela Tatò per aver voluto condividere con noi questo loro progetto. Ma soprattutto per aver messo a disposizione la loro professionalità in un momento di vita così complicato da spiegare e da vivere.
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