Conserva e tratta il cibo come se fosse il tuo corpo, ricordando che nel tempo il cibo sarà il tuo corpo.
Viviamo in un mondo un po’ strano. Scegliamo un percorso di studi. Aspettiamo che, da un momento all’altro, i nostri sogni si avverino. Così, come per incanto. Come se una fata madrina arrivasse con la sua bacchetta magica a pronunciare una qualche formula in rima per mettere a posto la nostra vita e renderci persone migliori e felici. Più o meno è questo quello che speriamo quando cominciamo la nostra vita da grandi. Ci sentiamo dire per anni che studiando diverremo ciò che desideriamo, ma poi arriva quel giorno in cui ci rendiamo conto che le cose non sono facili per niente. Che magari ci ritroviamo a far lavori diversi da quelli che ci eravamo prospettati. Che non ci piacciono e che non ci rappresentano. Questo è più o meno quello che succede al 50 per cento delle persone.
Non a lei, Michela. Occhi vispi che trasudano un’energia che, solo a guardarli, mette un po’ invidia, quella buona. Michela sognava un lavoro nel web marketing e si è inventata un’esperienza da mettere in campo per mostrare le sue capacità professionali e per mettersi alla prova. Partendo da lei. Da ciò che aveva tra le mani e da un progetto che, in poco tempo, è diventato un qualcosa in grado di delinearne la personalità e di descriverla.
Michela l’ho incontrata prima tra le innumerevoli immagini che scorrono nella mia bacheca di Instagram. Come succede per la maggior parte delle volte. Poi dal vivo, faccia a faccia, durante una colazione organizzata per donne digitali, chiamiamoci così. E sì, di lei mi ha colpito questa ventata di felicità. Fatta di sorrisi. Della sua voce squillante, che somiglia a quello di uno scoiattolo morbido e dolce.
Non c’è nessuna dieta stravagante dietro gli schemi alimentari o le ricette di Michela e del suo #mangiapositivo. C’è una regola, quella del piatto (ne avevamo parlato anche noi qui), sintetizzata in una grafica dell’Università di Harvard e che semplicemente ci mostra attraverso un semplice piatto le proporzioni tra grassi, carboidrati, proteine e vegetali che dovremmo assumere duranti i pasti per avere un’alimentazione bilanciata e sana.



Il piacere di riscoprire il cibo e i suoi elementi. E’ questo forse che guida il lavoro di Michela e di #mangiapositivo. Senza troppe privazioni inutili. Un viaggio alla scoperta del cibo, dei suoi sapori e di ciò che la fa star bene. “Non toglietemi i carboidrati e neppure la pizza!” forse è stata questa la frase che me l’ha fatta amare alla follia. Almeno abbiamo una cosa in comune.
Non so se è anche per voi è così, ma io attraverso sempre quei periodi in cui cerco di darmi un contegno a tavola. Se seguite questo blog da un po’, saprete perfettamente cosa significhi il cibo per me. E’ un piacere. Una scoperta continua. Una coccola. Una sperimentazione. Un viaggio in altre culture. Ecco, tutta questa passione mi porta a volte ad esagerare. A non saper limitare il mio lato goloso e lussurioso a tratti. E’ per questo che da qualche settimana sono entrata in uno di quei momenti in cui vado in fissa con excel. In cui schematizzo tutto per ritrovare ordine. E a finire sulla lente di ingrandimento è stato proprio il mio modo di alimentarmi. Il risultato è che ho cominciato a redigere dei menù settimanali, riuscendo in questa maniera a risparmiare tempo e soldi. E anche a mangiare in modo più razionale e sensato. Michela e il suo #mangiapositivo in questo senso si sono rivelati una chiave di lettura interessante e piena di spunti. Ricette golose, ma equilibrate. Abbinamenti degli ingredienti mai banali e corretti.
Iscrivendovi alla sua newsletter, riceverete anche un utilissimo calendario della frutta e della verdura di stagione. Perché anche questo è un caposaldo dell’alimentazione sana. E poi, diciamocelo, non tutti siamo in grado davvero di riconoscere gli ortaggi di stagione. Ce li troviamo sotto al naso mentre facciamo la spesa e li mettiamo in automatico nel carrello. Sbagliando ovviamente. Quindi il consiglio è quello di stamparlo e dargli un’occhiata ogni tanto. Per mantenere la memoria allenata e il piatto dipinto dei colori giusti.
Ecco perché questo progetto mi piace. Perché offre idee nuove da mettere ai fornelli e facili da realizzare. Per riappropriarci dei sapori che più ci fanno bene. Non chiedetele però di darvi consigli troppo tecnici. Michela non è una nutrizionista e ci tiene a sottolinearlo. Se si hanno problemi di sovrappeso importanti o patologie che hanno bisogno di una cura, il medico è sempre la persona a cui rivolgersi. Per il resto lei ha sposato uno stile di vita, un regime alimentare da seguire “senza data di scadenza”. Gli sgarri, certo, ci stanno. Non siamo delle macchine programmate per non concederci mai qualche sfizio che sa di bombolone alla nutella. E’ l’equilibrio nel totale quello a cui si deve mirare.
E sono certa che non sia troppo complicato. In fondo basta volersi semplicemente più bene, non pensate? Quindi…#mangiapositivo!
NB: Cliccando sulla foto, andrete diritti alle ricette delle immagini:)